«Non
on mi convincerai a parole prima di uno scontro
con
le armi. E lo voglio subito. Via,
alle lance!»
Disse
e scagliò l’asta potente
contro
lo scudo énorme, terribile, di Achille.
Colpito
dalla punta del bronzo esso vibré con cupo
rombo.
Achille, turbato, lo sviò da sé
con
la mano robusta. Credeva che l’arma di Enea
potesse
forarlo. Non sapeva, ingenuo,
che
è difficile agii uomini vincere o spezzare
i
doni gloriosi degli dèi. E nemmeno ora
la
grande lancia di Enea spaccò lo scudo di Achille.
L’oro
del dio l’aveva fermato. L’asta
bucò due piastre,
ma
ne restavano ancora tre. Il dio zoppo nel farlo
ne
mise cinque, una sull’altra : due di bronzo,
due
di stagne e una interna d’oro. Fu questa
a
trattenere l'arma. Achille fu il seconde
a
tirare l’asta, e raggiunse lo scudo di Enea
nell’orlo
estremo, dove il bronzo era più debole
e
si tendeva sottilissima la pelle di bue.