Thétis reconforte Achille

Remonter

   
 
LIBRO XVIII
 
Teti esce dal mare e conforta Achille
versi 63-84
 

 «Ma andrò a vedere il mio caro figlio,

 voglio conoscere per quale sventura

 è in pena anche lontano dalla guerra.»

 Dopo queste parole Teti lasciô la grotta

 con le Nereidi che la seguivano piangendo.

 Intorno a loro si apriva l’onda del mare

 e quando arrivarono a Troia fertile di campi,

 una dietro l’altra andarono sulla riva.

 Là in secca stavano fitte le navi dei Mirmidoni

 intorno ad Achille che gemeva disperato.

 La madre s'avvicinô a lui e con profonde lamento

 gli prese la testa nelle mani e fra le lacrime

 gli disse parole rapide: «Perché piangi, figlio?

 Perché soffre il tuo cuore? Non nascondermi nulla,

 parla. Il tuo maie viene da Zeus. Tu con le mani

 alzate al cielo pregavi che i figli degli Achei,

 senza di te, fuggissero lungo le navi

 avendo dura sorte». Achille continuando a piangere

 così le disse : « Si, è stato Zeus, madre mia.

 Ma che gioia posso avere se il mio caro Patroclo

 è morto? lo lo arnavo più di tutti i miei compagni,

 anzi corne me stesso. E ora l’ho perduto.

 Ettore l'ha ucciso, l’ha spogliato delle grandi armi

 meravigliose, bellissime. Gli dei

 le avevano offerte in dono a Peleo ».