Ride
Era dai grandi occhi rotondi
e
mette inseno la fascia di Afrodite.
Poi
la dea entra nella casa di Zeus,
e
subito Era lasciando la cima dell’Olimpo
traversa
la Pieria e l’amabile Emazia,
si
slancia verso i monti nevosi della Tracia,
sulle altissime vette. Non
tocca la terra
coi
piedi. Poi dall’Atos scende sul mare agitato
e
arriva a Lemno, la città del divino Toante.
Qui
va incontro al Sonno, fratello della Morte,
gli
stringe la mano, lo chiama per nome,
e
gli dice : « Sonno, signore degli dèi
e
degli uomini, mi hai già ascoltato una volta,
e
anche ora ti prego : ogni giorno avrai grazia da me.
Addormenta
gli occhi abbaglianti di Zeus subito dopo
che
sarò stata con lui in amore. Avrai in dono
un
bel trono d'oro che durera in eterno.
Lavoro
di Efesto, il mio figlio zoppo ;
egli
ti farà anche uno sgabello, dove poserai
i
piedi delicati durante i banchetti».