Duel entre Paris et Ménélas

Remonter

   
 
LIBRO III
 
Duella fra Paride e Menelao
versi 340-482
 

 Quando si furono armati, da una parte

 e dall’altra, avanzarono torvi nel mezzo

 dei Troiani e degli Achei. Li guardavano turbati

 i Troiani doniatori di cavalli e gli Achei

 dalle salde gambiere. l due si fermarono vicini

 nello spazio misurato agitando le lance

 con ira l’uno contro l'altro. Alessandro

 fu il primo a vibrare la sua arma di lunga

 ombra. Prese in pieno lo scudo rotondo

 del figlio di Atreo. Ma invece di bucarlo,

 il bronzo curvò la punta sullo schermo robusto.

 Subito dopo, Menelao sollevando l'asta

 cosi pregava Zeus padre : « Zeus sovrano,

 concedimi la vendetta sul famoso Alessandro :

 fu lui il primo a farmi del male.

 Annientalo sotto i miei colpi. Avranno tutti paura,

 anche quelli che nasceranno in futuro,

 prima di tradire l’ospite che offre amicizia».

 Detto questo, scagliò la lancia di lunga ombra

 e colpì lo scudo rotondo del figlio di Priamo.

 L’asta pesante penetrò nello scudo splendente

 e attraverso la corazza lavorata con arte

 lacerò la tunica lungo il fianco di Paride.

 Egli si curvò sfuggendo alla nera Moira.

Allora il figlio di Atreo tirò fuori la spada

 a borchie d'argento e alzandola la calò

 sul frontale dell’elmo nemico : ma all’urto

 si fece in pezzi e gli cadde di mano.

 Il figlio di Atreo levò un lamento al cielo immenso :

 « Zeus padre, nessuno degli dèi è più crudele di te.

 Ti avevo detto che volevo punire Alessandro

 per la sua azione malvagia e invece la spada

 mi si è rotta in mano e l’asta scattò inutile.

 Paride non fu toccato». Disse, e si lanciò ancora

 contro l'avversario : lo afferrò dal cimiero

 fitto di crini di cavallo,

 lo rovesciò trascinandolo verso gli Achei.

 E lo stringeva alla tenera gola con la cinghia

 trapuntata che teneva fermo l'elmo sotto il mento.

 E certamente lo avrebbe tirato sul campo.

 Gloria senza fine, se Afrodite non lo avesse visto!

 Ma la figlia di Zeus tagliò la striscia di cuoio.

 L'elmo vuoto seguì la forte mano, e l’eroe

 facendolo rotare lo gettò fra gli Achei.

 Mentre i compagni fedeli lo portavano via

 egli avanzò ancora tentando di ucciderlo con l’asta.

 Afrodite — facile a una dea — l’avvolse in una densa

 nebbia e lo distese salvo nel suo letto odoroso.